Fabiano Fabiani

Presidente produttori Italiani

Tarquinia (Viterbo) 17 maggio 1930. Manager. Presidente dell’Associazione produttori televisivi (Apt). Già presidente dell’Acea, dal settembre al dicembre 2007 fu consigliere d’amministrazione Rai (nominato dal ministro del Tesoro Tommaso Padoa-Schioppa in sostituzione di Angelo Maria Pietroni), nomina cancellata dal Consiglio di Stato.
• «Figlio della sinistra cattolica e democristiana, da giovane ha respirato la stessa aria di Giuseppe Dossetti e Amintore Fanfani. Ettore Bernabei lo trovò alla Rai, dov’era entrato nel 1955 per concorso, e lo fece direttore del Telegiornale unico. C’era la guerra del Vietnam e lui, che proprio accomodante già allora non era, e aveva le sue idee, non interpretava il proprio ruolo in modo sufficientemente filoamericano, per le esigenze del governodell’epoca. Dovette quindi fare le valigie. Traslocò all’Iri, poi alle Autostrade e alla Finmeccanica. Lì è rimasto per più di dieci anni, l’ultimo dei grandi Boiardi di Stato a uscire di scena. Ironia della sorte, lasciando in eredità l’unica grande azienda italiana a tecnologia avanzata (che allora non navigava in buone acque), e proprio mentre a palazzo Chigi c’era Romano Prodi. Lo stesso Prodi che il 21 aprile del 1996 aveva festeggiato a casa di Fabiani la vittoria elettorale, e che appena un anno dopo, dall’altro capo del telefono, ascoltava “algido” l’amico che gli presentava le dimissioni dalla Finmeccanica. Un episodio che pesò nei rapporti fra i due, ma non al punto da lasciare strascichi indelebili: “Non abbiamo mai rotto, siamo sempre rimasti amici”, dice Fabiani quando qualcuno tira fuori quel ricordo» (Sergio Rizzo).Due soprannomi: «Il primo è l’Etrusco, che gli deriva dalla nascita a Tarquinia, 60 chilometri da Roma, antica colonia della misteriosa etnia. Fabiani è il classico etrusco delle terrecotte: faccia a uovo, naso aquilino, occhi sporgenti. L’altro è Spazzoletta, allusione al taglio scimitarrico dei capelli che li fanno somigliare ad aculei di carciofo» (Giancarlo Perna).

• «La sua è la storia di un “arci-italiano”, di un personaggio che ha sempre saputo galleggiare ai piani più alti del potere. Nella Prima e nella Seconda Repubblica. Grazie a una speciale sapienza nel gestire rapporti, nel frequentare la terrazza e l’ombrellone giusti. A Roma come a Capalbio. Nel salotto di Sandra Verusio o sull’arenile dell’“Ultima spiaggia” con Claudio Petruccioli e Francesco Rutelli» (Fabio Martini).
• Sposato con Lilli, factotum dell’ufficio stampa di Bruno Vespaa Porta a Porta. Tra gli invitati al matrimonio di Matteo, ultimo dei quattro figli, con Irene Grazioli (1° dicembre 2007): Piero Fassino e Anna SerafiniEugenio ScalfariAlfredo ReichlinMario D’UrsoGiorgio Van StratenDavide Croff (imbarazzo dei vip perché nello stesso giorno si celebrò il matrimonio di Benedetta Geronzi, figlia di Cesare).

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