BIOGRAFIA
Nato a Roma in una famiglia di origine ebraica[1], Molinari studia all'Harris Manchester College dell'Università di Oxford e all'Università Ebraica di Gerusalemme e si laurea in scienze politiche nel 1989 e in storia nel 1993 alla Sapienza - Università di Roma. È giornalista dal 1984 (prima collaborazione con La Voce Repubblicana), professionista dal 1989.[2]
Molinari vive a Milano, è sposato dal 1994 (quando lavorava a L'Indipendente) con Micol Braha, ebrea italo-libica, avvocato. La coppia ha quattro figli, tutti nati a New York.[3]
Giornalista a La Stampa
Dal 1997 lavora per La Stampa, di cui è per oltre un decennio (2001-2014) corrispondente da New York. Quindi, brevemente, da Bruxelles e da Gerusalemme, prima di rientrare a Torino come direttore nel 2016.[3]
Ha scritto anche su testate come L'Indipendente (di cui è stato capo della redazione romana), L'Opinione, Il Tempo, Il Foglio, Panorama; collabora con LA7 (dove è stato ospite fisso di Otto e mezzo, al tempo condotto da Giuliano Ferrara),[3] RaiNews24, Sky TG24e Tg5.
Per Giorgio Dell'Arti, i punti di riferimento di Molinari sono l'ebraismo e il Partito Repubblicano Italiano, oltre alla visione "atlantista".[2]
Tra il 2000 e il 2015 Molinari è stato uno scrittore prolifico, con una media di un saggio pubblicato all'anno. In particolare il suo libro Il Califfato del terrore (Rizzoli, 2015) è stato presentato da Roberto Saviano come il libro che "tutti dovremmo leggere". Tuttavia, secondo la rivista online Il Lavoro Culturale, diverse parti di tale lavoro sarebbero state plagiate dal libro Rise of ISIS di Jay Sekulow (Howard Books, 2014).[4]
Direttore de La Stampa e de la Repubblica
Il 26 novembre 2015 viene nominato nuovo direttore de La Stampa di Torino al posto di Mario Calabresi. Molinari è affiancato da Massimo Russo (ex direttore di Wired Italia) come condirettore fino al luglio 2016. Molinari viene preferito infatti dal presidente di FCA John Elkann al vicedirettore della Stampa Massimo Gramellini.[5]
Assieme alla direzione de La Stampa, Molinari è anche direttore editoriale di Italiana Editrice (ITEDI), società editrice de La Stampa e de Il Secolo XIX. Itedi è una società controllata dal gruppo Fiat Chrysler Automobiles (77%) e da Carlo Perrone, editore del Secolo XIX (23%).[6]
Il 10 gennaio 2016 Molinari inaugura il mandato con un video[7] e un editoriale intitolato "Da dove viene il branco di Colonia"[8] sul tema Islam e violenza di genere.
Dal 27 dicembre 2017 è direttore editoriale di «Gedi News Network», la società che gestisce i quotidiani di proprietà del gruppo editoriale GEDI[9].
Il 23 aprile 2020 è nominato direttore del quotidiano la Repubblica al posto di Carlo Verdelli[10].
Ad agosto del 2020, in un editoriale su la Repubblica, Molinari si schiera con il fronte del "No" al referendum costituzionale relativo al taglio del numero dei parlamentari[11].
Nel luglio 2021 gli è stato attribuito il premio Spadolini Cultura Politica assegnato dalla Fondazione Giovanni Spadolini.[12]
Nel settembre 2021 ha vinto il premio Testimoni della Storia in occasione del festival di giornalismo Link a Trieste