Carlo Verdelli

Premio ischia Giornalista dell'anno

Inizia la carriera giornalistica come collaboratore alle pagine milanesi della Repubblica, coordinate da Gian Piero Dell'Acqua. Nel 1979 è assunto alla Arnoldo Mondadori Editore a Duepiù. Passa poi a Panorama Mese dove viene valorizzato dal direttore Claudio Sabelli Fioretti. Nel 1986 si accasa a Epoca, settimanale di punta della Mondadori, dove entra da redattore ed esce da vicedirettore.

Nel 1994 Paolo Mieli lo assume come nuovo direttore di Sette, il settimanale del Corriere della Sera, per poi passarlo a vicedirettore del quotidiano, dove rimane sette anni, prima con lo stesso Mieli, poi con Ferruccio de Bortoli. Si dimette quando Rcs nomina direttore Stefano Folli.

Lascia la Rcs nel 2004 per rilanciare il settimanale Vanity Fair della Condé Nast, che dirige per due anni durante i quali vince il Premiolino.

Dal 24 gennaio 2006 è direttore della Gazzetta dello Sport, giornale dove resta 4 anni e stabilisce il record italiano di vendite di un quotidiano (2 milioni di copie) con il titolo "Tutto vero" dedicato alla vittoria dell'Italia ai Mondiali di calcio del 2006 in Germania. Lascia a febbraio 2010 per tornare in Condé Nast come vice presidente esecutivo del gruppo editoriale americano.

Il 25 luglio 2012 vengono annunciate le dimissioni da Condé Nast[1]. Continuerà a collaborare con la casa editrice come consulente e resterà comunque membro del consiglio di amministrazione e dell Editorial advisory board 

Dal gennaio 2013 al novembre 2015 collabora con "Repubblica" di Ezio Mauro

Nel febbraio 2014 pubblica per Garzanti il suo primo libro, I sogni belli non si ricordano. A settembre 2014 vince il premio giornalistico "Camillo Sbarbaro" di Spotorno, assegnato da una giuria presieduta da Gianni Riotta.

Il 26 novembre 2015 il Consiglio di Amministrazione della Rai lo nomina Direttore editoriale per l'Offerta Informativa[2]. Nell'organigramma Rai, Verdelli si inserisce tra il direttore generale (Antonio Campo Dall'Orto, che l'ha voluto e a cui risponde) e i direttori delle testate giornalistiche e i curatori dei programmi di approfondimento giornalistico, dei quali sovraintende l'operato[3].

Il 21 dicembre 2015 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli conferisce l'onorificenza di Ufficiale al merito della Repubblica italiana.

Il 3 gennaio 2017 si dimette dalla Rai e dalla carica di Direttore editoriale per l'Offerta Informativa dopo la bocciatura (senza voto) del suo "Piano di riforma per l'informazione" da parte del Consiglio di amministrazione dell'azienda

Il 6 febbraio 2019 il cda del gruppo editoriale Gedi lo nomina direttore del quotidiano la Repubblica, in sostituzione di Mario Calabresi, incarico che Verdelli assume dal 19 febbraio.

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