Raqqa is Being Slaughtered Silently (Raqqa è massacrata nel silenzio)

Premio Ischia Internazionale

Il gruppo di giornalisti ed attivisti dell’associazione Raqqa is Being Slaughtered Silently (RBSS, in italiano Raqqa è massacrata nel silenzio) racconta da oltre due anni, attraverso un sito web e i principali social network, i crimini di guerra commessi dai jihadisti dello Stato islamico a Raqqa.  Diversi membri del RBSS sono stati uccisi, l’ultimo in ordine di tempo è stato Ahmad Mohammed al-Mousa, assassinato ad Idlib da uomini mascherati il 16 dicembre scorso. Il loro sito è diventato l’unica fonte di informazione affidabile di quello che succede nella città siriana caduta sotto il potere degli estremisti islamici.

Il 4 marzo 2013 la provincia di Raqqa – situata al centro-nord della Siria – è stata la prima conquista territoriale dei combattenti del Free Syrian Army (FSA), la struttura militare nata all’inizio della rivolta contro Bashar al Assad e formata per lo più da militari disertori. Dopo violenti scontri con il FSA e altre fazioni islamiste, i miliziani dell’Isis hanno occupato la città il 12 gennaio 2014, proclamando poi Raqqa capitale del sedicente Stato islamico.

I giornalisti di RBSS hanno provato a tracciare un quadro complessivo di com’è cambiata la vita a Raqqa in questi due anni. Innanzitutto hanno dato una risposta al perché lo Stato Islamico ha deciso di insediarsi proprio in quella città, situata sulle rive del fiume Eufrate e dove – secondo l’ultimo censimento del 2012 – vivono 220 mila persone. Raqqa, le cui infrastrutture non erano state particolarmente danneggiate dai combattimenti, è vicina alle più grandi dighe siriane indispensabili per la produzione di elettricità ed ai giacimenti petroliferi, preziosa fonte di finanziamento per i jihadisti. La provincia, infine, è molto fertile ed è strategicamente prossima alla frontiera con la Turchia e ben collegata con l’Iraq.

Il controllo sulla città di Raqqa è stato molto ferreo fin dall’inizio. Sono stati imposti alla popolazione tutta una serie di obblighi: dall’abbigliamento femminile fino alla chiusura degli Internet caffè o la proibizione  dei dispositivi televisivi e satellitari nei luoghi pubblici. Ai civili poi non è permesso lasciare le zone controllate dagli estremisti islamici, vivendo di fatto come loro ostaggi.  La struttura dello Stato islamico passa anche dall’organizzazione dei principali servizi pubblici e dalla riscossione del pagamento per la loro fornitura, nonostante – fa notare il gruppo di RBSS – la mancata erogazione di acqua, elettricità e telefono.

Le scuole e le università sono state chiuse e gli insegnanti accusati di aver rinnegato la dottrina islamica. Gli alunni, anche molto piccoli, vengono invitati ad unirsi allo Stato islamico attraverso una serie di seminari di formazione tenuti nelle piazze e nelle moschee.

C’è stato un calo dei servizi medici di base dovuto al controllo dei miliziani dell’Isis delle principali strutture sanitarie della città. Ciò ha comportato un deterioramento della salute degli abitanti dovuto anche alla mancanza di sterilizzazione dell’acqua potabile. L’Ospedale Nazionale di Raqqa, inoltre, è stato pesantemente bombardamento.  L’interruzione del servizi ospedalieri sta minacciando le vite di centinaia di civili.

Il dominio dell’Isis su Raqqa ha significato anche un impoverimento generalizzato della popolazione. La stragrande maggioranza degli abitanti nella provincia vive dell’agricoltura. Le numerose tasse imposte dallo Stato islamico ai contadini e l’aumento del prezzo dei fertilizzanti, importati dalla Turchia, hanno danneggiato questa indispensabile forma di sostentamento. Esiste poi un grave problema legato all’inflazione derivato dal crollo del valore della lira siriana.

L’Isis –  scrivono i giornalisti di RBSS – è comunque direttamente responsabile dell’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità in quanto usa i ricavati della vendita per il lauto pagamento dei suoi affiliati.

I salari pagati dal regime di Assad ai funzionari locali, infine, non vengono più elargiti da quando la città è caduta. Tutti questi motivi hanno portato ad un notevole declino delle condizioni di vita degli abitanti. La situazione che si è venuta a creare – avvertono gli attivisti di RBSS – ha spinto molti civili ad entrare nella fila dell’organizzazione terrorista per poter alimentare la propria famiglia.

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