Valerio M. Visintin scrive da ventisette anni per il “Corriere della Sera”, che gli ha affidato diverse rubriche di carattere gastronomico sulla carta e sul web, quelle cartacee del Tempo Libero e dell’inserto ViviMilano e, dal 2009, quelle internettiane del blog mangiare.milano.corriere.it.
Comincia a occuparsi di ristoranti nel 1990 per “Bar Giornale”, proseguendo con un’infinita collana di recensioni per lo stesso “Corriere della Sera” e per altre testate. Negli ultimi dieci anni di attività, ha visitato e recensito oltre duemilacinquecento ristoranti.
Ha pubblicato una lunga serie di guide ai ristoranti, ed è autore di alcune opere di narrativa, come L’ombra del cuoco (2008) e Il mestiere del padre (2011), a cui si si aggiungono due libri sul mondo della ristorazione, Osti sull’orlo di una crisi di nervi (2013) e Cuochi sull’orlo di una crisi di nervi (2016). Da questi è nato anche un lavoro teatrale (2014/2015). Collabora con la rivista “Vitae” dell’Associazione Italiana Sommelier e con “Grande Cucina”.
Crede fermamente che i critici gastronomici debbano mantenere l’anonimato nell’esercizio delle proprie funzioni. Per questo motivo, visita i ristoranti soltanto in incognito: chef, camerieri e osti non conoscono il suo volto. Per mantenere il suo anonimato, nelle occasioni pubbliche si presenta con il viso coperto da un passamontagna.
MOTIVAZIONE
Per il rigore dimostrato in decenni di attività nelle vesti di critico enogastronomico, svolta con acume e obiettività, osservando un irreprensibile anonimato per tener fede al proposito di giudicare ogni locale dal punto di vista dell’avventore qualsiasi, senza i privilegi derivanti dall’essere conosciuti. Un anonimato che ha condotto a forti condizionamenti nella sua vita privata e sociale.
Pregevolissima è anche la sua prosa, che rivela una profonda conoscenza della lingua italiana: efficace, accurata, stilisticamente esemplare, spesso ravvivata da una vena arguta e spiritosa.