La moglie , la principessa Rum Ali, vinse il Premio Ischia Internazionale XXXII edizione

Ali Bin Al Hussein lo sfidante di Blatter partecipò al Premio Ischia nel 2011

Per la prima volta ad Ischia i reali di Giordania,in occasione della vincita della moglie Rym, fondatrice della prima scuola di giornalismo tutta al femminile in Medio Oriente

Ali Bin Al Hussein, lo sfidante di Blatter,unico concorrente per la scalata ai vertice della FIFA era seduto in prima fila alla XXXII edizione del Premio ischia Internazionale di Giornalismo .Ali Bin Al Hussein è il marito  di  Sua Altezza Reale la Principessa Rym Ali, vincitrice del Premio Internazioanle di Giornalismo.Era il 2011 e il premio si svolgeva a Forio nell'incantevole cornice del piazzale del Soccorso . La cerimonia di consegna ripresa dalla Rai e condotta da Franco DI Mare, visibilmente emozionato per aver di fronte la cognata di Rania di Giordania.Il pubblico rimase incantato dall' eleganza e dalla finezza della principessa Rym, che rappresentava in pieno una dinastia di Reali nata nel 1250.Donna,principessa e madre ma anche giornalista, che ha fondato il Media Istituto Giordano (JMI), un organismo non-profit il cui scopo è quello di istituire un Centro arabo di Eccellenza per il giornalismo con il programma di educazione e, al suo interno, un master '. Sua Altezza è stata anche un componente del consiglio della Mostra del Cinema Royal Commissione - Giordania dal 2006. Prima del suo matrimonio con SAR il Principe Ali Bin Al Hussein, il fratello di Sua Maestà il re Abdullah II, Sua Altezza è stata corrispondente della CNN a Baghdad tra il 2001 e il 2004.La principessa Rym e moglie di Al Hussein,che  prima di tutto è uno Sharif, un titolo simile alla Lordship britannica, ma che denota qualcosa di più che la semplice appartenenza alla nobiltà. Il termine indica una discendenza diretta da Fatima, figlia del Profeta e consorte di Alì, il capostipite dello scisma sciita. Alì bin Al Hussein dunque discende direttamente da Maometto e appartiene alla dinastia hashemita che ha governato la Mecca ininterrottamente dal 1251 agli anni Venti del secolo scorso. Sua madre è figlia di Alì, re degli arabi, mentre suo padre è nipote di quell’Hussein bin Alì che iniziò la rivolta contro l’impero Ottomano facendo il possibile per avere voce in capitolo rispetto all’autodeterminazione della “nazione araba”. Ci pensarono poi inglesi e francesi a confondere le carte nello scacchiere mediorientale segmentando in modo assai arbitrario il possibile regno di tutti gli arabi. 

Chi è  Ali bin Al Hussein 

39 anni, Ali bin Al Hussein è nato il 23 dicembre 1975 ad Ammam, in Giordania, quarto figlio del Re Hussein e della moglie. Alia, morta in un incidente di elicottero quando Ali aveva solo due anni. Dopo una prima formazione scolastica nella comunità americana di Amman, il principe ha poi continuato gli studi in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove ha conseguito il diploma alla Sallisbury School, nel Connecticut. Proprio negli States Ali si appassionò alla lotta greco-romana, disciplina che ha praticato per un certo periodo prima di darsi alla carriera militare. Dopo essere entrato alla Royal Military Academy Sandhurst nel Regno Unito e quindi nel 1999 all'Università americana di Princeton, Ali venne infatti richiamato in Giordania per prendere il comando delle guardie del corpo di re Abd Allāh II, carica mantenuta fino al 28 gennaio 2008. Già presidente della Jordan Football Association, quindi fondatore della West Asian Football Federation e membro del comitato esecutivo della confederazione asiatica, dal 6 gennaio 2011 è anche il vice-presidente della Fifa. Curiosità a margine: tra le cariche esercitate dal principe c'è anche quella di presidente del Consiglio della Royal Film Commission, incarico che rivela la sua passione per il cinema oltre che per lo sport.

Il suo programma? L'opposto di Blatter

Nel promuovere la sua candidatura, il principe Ali ha spiegato più volte i punti cardine del suo piano per rilanciare il calcio: una maggiore attenzione verso il calcio femminile e quello giovanile, combinata con un sempre maggiore utilizzo della tecnologia in campo. In altre parole, tutto ciò che Sepp Blatter ha sempre cercato di evitare negli ultimi 15 anni, e che stanno portando molti (complice anche il recente scandalo) a pensare di puntare sul principe giordano riconoscendogli spirito innovativo, voglia di emergere e capacità di leadership. Primo sponsor è in tal senso Michel Platini: “Ho chiesto a Blatter di dimettersi, ma non mi ha ascoltato. All’associazione ho detto di appoggiare in tutti i modi Alì", ha dichiarato senza tanti giri di parole il presidente dell'Uefa. 

Tratto da Panorama

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